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Toà d
m¾ ta‹j
ØperÒgkoij tima‹j deqÁnai kaˆ fushqÁna… pote p…stij ™nargest£th
tÕ mhdšpote qeÕn ˜autÕn ™qelÁsai proseipe‹n, ¢ll¦ k¨n e„ lšgoi
tij duscera…nein, kaˆ tÕ toÝj 'Iouda…ouj ¢podšcesqai, oÞj ¢kribîj
Édei p£nta ¢fosioumšnouj t¦ toiaàta.
Pîj oân ¢pedšceto t¾n pšran toà Tibšrewj potamoà
meg£lhn tÁj `Rèmhj ¢potom»n, ¿n oÙk ºgnÒei katecomšnhn kaˆ o„koumšnhn
prÕj 'Iouda…wn; `Rwma‹oi d
Ãsan oƒ ple…ouj ¢peleuqerwqšntej:
a„cm£lwtoi g¦r ¢cqšntej e„j 'Ital…an ØpÕ tîn kthsamšnwn
ºleuqerèqhsan, oÙdn
tîn patr…wn paracar£xai biasqšntej.
'Hp…stato oân kaˆ
proseuc¦j oecontaj kaˆ suniÒntaj e„j aÙt£j, kaˆ m£lista ta‹j
ƒera‹j ˜bdÒmaij, Óte dhmos…v t¾n p£trion paideÚontai filosof…an.
'Hp…stato kaˆ cr»mata sun£gontaj ¢pÕ tîn ¢parcîn ƒer¦ kaˆ
pšmpontaj e„j `IerosÒluma di¦ tîn t¦j qus…aj ¢naxÒntwn.
'All'
Ómwj oÜte ™xókise tÁj `Rèmhj ™ke…nouj oÜte t¾n `Rwmak¾n aÙtîn ¢fe…leto
polite…an, Óti kaˆ tÁj 'Iouda.kÁj
™frÒntizon, oÜte ™newtšrisen e„j t¦j proseuc¦j oÜte ™kèluse sun£gesqai
prÕj t¦j tîn nÒmwn Øfhg»seij oÜte ºnantièqh to‹j ¢parcomšnoij, ¢ll'
oÛtwj æs…wto perˆ t¦ ¹mštera, éste mÒnon oÙ pano…kioj ¢naqhm£twn
polutele…aij tÕ ƒerÕn ¹mîn ™kÒsmhse, prost£xaj kaˆ diaiwn…ouj
¢n£gesqai qus…aj ™ntelece‹j ÐlokaÚtouj kaq' ˜k£sthn ¹mšran ™k
tîn „d…wn prosÒdwn ¢parc¾n tù Øy…stJ qeù, a‰ kaˆ mšcri nàn ™piteloàntai
kaˆ e„j ¤pan ™pitelesq»sontai, m»numa trÒpwn Ôntwj
aÙtokratorikîn. |
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Ma
che [Augusto] non si sia mai reso superbo né esaltato per gli
onori smisurati, se ne ha una prova molto chiara nel fatto non
volle mai farsi chiamare dio e che, al contrario, quando
qualcuno lo diceva, non era contento; e anche nel fatto che si
mostrava favorevole agli ebrei, dei quali conosceva bene la loro
repulsione nei confronti di espressioni di questo genere.
In
che modo dunque si è mostrato favorevole? Non ignorava che il
vasto quartiere di Roma, al di là del Tevere, fosse occupato e
abitato dagli ebrei. La maggior parte erano liberti romani.
Condotti in Italia come prigionieri di guerra; erano stati poi
affrancati dai loro padroni, senza essere stati costretti a
cambiare alcuna delle loro tradizioni.
Di
conseguenza, sapeva bene che essi avevano delle sinagoghe e che
vi si riunivano, in particolare nel santissimo settimo giorno,
dove ricevevano in comune l’insegnamento della loro «filosofia»
tradizionale. Sapeva anche che essi riunivano dei fondi sacri,
quelli delle primizie, e che li inviavano a Gerusalemme tramite
dei delegati incaricati di farvi salire i loro sacrifici.
E
tuttavia non ha espulso queste persone da Roma, non li ha
privati dei loro diritti di cittadinanza romana, per il fatto
che conservavano la fierezza della loro qualità di ebrei, non ha
introdotto innovazioni nelle loro sinagoghe, non ha impedito
loro di riunirsi per le istruzioni sulle loro leggi, non si è
opposto alla raccolta delle primizie, ma si è mostrato così
scrupoloso nel rispetto delle nostre istituzioni che quasi tutta
la sua famiglia ha arricchito il nostro santuario di ex-voto e
ha creato una fondazione per l’offerta degli olocausti
quotidiani, come primizie al Dio Altissimo, sacrifici che si
compiono ancora oggi e che saranno sempre compiuti; questi sono
i tratti che rivelano delle qualità veramente imperiali.
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