Tacito, Historiae V,4-5

     
 

[4] Moyses quo sibi in posterum gentem firmaret, novos ritus contrariosque ceteris mortalibus indidit. Profana illic omnia quae apud nos sacra, rursum concessa apud illos quae nobis incesta. Effigiem animalis, quo monstrante errorem sitimque depulerant, penetrali sacravere, caeso ariete velut in contumeliam Hammonis; bos quoque immolatur, quoniam Aegyptii Apin colunt. Sue abstinent memoria cladis, quod ipsos scabies quondam turpaverat, cui id animal obnoxium. Longam olim famem crebris adhuc ieiuniis fatentur, et raptarum frugum argumentum panis Iudaicus nullo fermento detinetur. Septimo die otium placuisse ferunt, quia is finem laborum tulerit; dein blandiente inertia septimum quoque annum ignaviae datum. Alii honorem eum Saturno haberi, seu principia religionis tradentibus Idaeis, quos cum Saturno pulsos et conditores gentis accepimus, seu quod de septem sideribus, quis mortales reguntur, altissimo orbe et praecipua potentia stella Saturni feratur, ac pleraque caelestium viam suam et cursus septenos per numeros commeare.

[5] Hi ritus quoquo modo inducti antiquitate defenduntur: cetera instituta, sinistra foeda, pravitate valuere. Nam pessimus quisque spretis religionibus patriis tributa et stipes illuc congerebant, unde auctae Iudaeorum res, et quia apud ipsos fides obstinata, misericordia in promptu, sed adversus omnis alios hostile odium. Separati epulis, discreti cubilibus, proiectissima ad libidinem gens, alienarum concubitu abstinent; inter se nihil inlicitum. Circumcidere genitalia instituerunt ut diversitate noscantur. Transgressi in morem eorum idem usurpant, nec quicquam prius imbuuntur quam contemnere deos, exuere patriam, parentes liberos fratres vilia habere. Augendae tamen multitudini consulitur; nam et necare quemquam ex agnatis nefas, animosque proelio aut suppliciis peremptorum aeternos putant: hinc generandi amor et moriendi contemptus. Corpora condere quam cremare e more Aegyptio, eademque cura et de infernis persuasio, caelestium contra. Aegyptii pleraque animalia effigiesque compositas venerantur, Iudaei mente sola unumque numen intellegunt: profanos qui deum imagines mortalibus materiis in species hominum effingant; summum illud et aeternum neque imitabile neque interiturum. Igitur nulla simulacra urbibus suis, nedum templis sistunt; non regibus haec adulatio, non Caesaribus honor. Sed quia sacerdotes eorum tibia tympanisque concinebant, hedera vinciebantur vitisque aurea templo reperta, Liberum patrem coli, domitorem Orientis, quidam arbitrati sunt, nequaquam congruentibus institutis. Quippe Liber festos laetosque ritus posuit, Iudaeorum mos absurdus sordidusque.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  [4] Mosè, al fine di consolidare per l'avvenire il suo potere su quel popolo, introdusse nuovi riti contrastanti con quelli degli altri mortali. Là sono empie le cose presso di noi sacre e, viceversa, lecito quanto per noi aborrito. Consacrarono in un santuario, immolando un ariete, quasi in spregio ad Ammone, l'immagine dell'animale da cui avevano tratto indicazioni per trovare il cammino e scacciare la sete. Fu sacrificato anche un bue, poiché gli Egiziani adorano Api. Si astengono dalla carne di maiale, a ricordo del flagello, perché li aveva colpiti un tempo la lebbra, a cui quell'animale è soggetto. Commemorano ancor oggi la lunga fame di un tempo con frequenti digiuni e, a testimonianza delle messi frettolosamente raccolte, si mantiene l'uso del pane giudaico senza lievito. Hanno voluto, si dice, come giorno di riposo il settimo, perché esso segnò la fine delle loro fatiche; poi, lusingati dalla pigrizia, dedicarono all'ozio un anno ogni sette. Alcuni ritengono che lo facciano in onore di Saturno, sia per aver ricevuto il fondamento del culto dagli Idei, che sappiamo cacciati insieme a Saturno e fondatori della gente giudaica, sia perché dei sette astri, che regolano il destino dei mortali, quello di Saturno descrive un'orbita più ampia ed esercita un influsso più determinante, e perché la maggior parte dei corpi celesti tracciano il loro cammino e il loro corso in multipli di sette.

[5] Di questi riti, comunque siano stati introdotti, si giustificano con l'antichità. Le altre usanze, sinistre e laide, s'imposero con la depravazione. Infatti tutti i delinquenti, rinnegata la religione dei padri, là portavano contributi di denaro e offerte, per cui s'accrebbe la potenza dei Giudei, ma anche perché fra di loro sono di un'onestà tetragona e immediatamente disposti alla compassione, mentre covano un odio fazioso contro tutti gli altri. Mangiano separati, dormono divisi; benché sfrenatamente libidinosi, si astengono dall'accoppiarsi con donne straniere, ma fra loro l'illecito non esiste. Hanno istituito la circoncisione per riconoscersi con questo segno particolare e diverso. Chi adotta i loro costumi, segue la medesima pratica, e la prima cosa che imparano è disprezzare gli dèi, rinnegare la patria, spregiare genitori, figli, fratelli. Sta loro a cuore la crescita della popolazione; è infatti proibito sopprimere uno dei figli dopo il primogenito e ritengono eterne le anime dei caduti in battaglia o vittime di supplizi: da qui la loro disponibilità alla procreazione e il disprezzo della morte. Seppelliscono, non cremano i cadaveri, secondo l'uso e con le stesse cerimonie apprese dagli Egizi; riservano la stessa cura ai defunti e condividono la stessa credenza sul mondo degli inferi, e ne hanno una contraria sulla realtà celeste. Gli Egizi adorano moltissimi animali e le loro raffigurazioni in forma composita; i Giudei concepiscono un unico dio e solo col pensiero; profanazione è per loro costruire con materia caduca immagini divine in sembianza umana, perché l'essere supremo ed eterno non può subire una rappresentazione ed è senza fine. Per questo non pongono simulacri di dèi nelle loro città e tanto meno nei loro templi; né riservano tale forma di adorazione per i loro re, né di onore ai Cesari. Ma poiché i loro sacerdoti cantavano accompagnandosi a flauti e timpani, poiché si cingevano le tempie di edera e nel loro tempio venne rinvenuta una vite d'oro, taluni hanno pensato che venerassero il padre Libero, conquistatore dell'Oriente, ma con riti totalmente diversi: in effetti, Libero ha istituito riti all'insegna della festa e della gioia, mentre le pratiche giudaiche sono assurde e cupe.