Sguardi sul Novecento: la poesia |
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I numeri si riferiscono al libro di testo: Barberi Squarotti - Gigliozzi - Mercuri - Balbis - Genghini - Pardini, Letteratura , vol. 6 A-B, Atlas, Bergamo 2004. |
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percorso |
testi |
approfondimenti |
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1. Ungaretti e la "lirica pura"
In Italia il massimo esponente della "poesia
pura"è Ungaretti, che raggiunge il culmine della rarefazione espressiva.
L'esperienza della Grande Guerra, cui
Ungaretti partecipò come volontario, oltre a segnare la sua esistenza,
offre al poeta la possibilità di confrontarsi con un dolore cosmico che
diventa cifra esistenziale e stilistica. Il paesaggio brullo e spoglio
del Carso è il terreno da cui spunta una poesia essenziale in cui il
non-detto conta più del detto. |
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6B 36ss. |
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6A 40-44 |
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2. Montale e la "poetica degli oggetti" “L’argomento della mia poesia (e credo di ogni possibile poesia) è la condizione umana in sé considerata; non questo o quell’avvenimento storico. Non sono stato indifferente a quanto è accaduto negli ultimi trent’anni, ma non posso dire che se i fatti fossero stati diversi anche la mia poesia avrebbe avuto un volto totalmente diverso (…). Avendo sentito fin dalla nascita una totale disarmonia con la realtà che mi circondava, la materia della mia ispirazione non poteva essere che quella disarmonia”. In queste parole del 1951, c’è tutto Montale: lontano sia dalle avanguardie sia dall’ungarettismo, il poeta denuncia l’illusorietà del reale e (come Kafka, Svevo, Eliot e Pirandello) fa della condizione umana in sé considerata il centro conoscitivo della sua lirica. Fin dall’esordio, Montale precisa la propria poetica in testi come I limoni e Non chiederci la parola: il poeta non vuole cambiare il mondo, ma registrare il male cosmico che lo penetra. In questa direzione anche Meriggiare pallido e assorto e Forse un mattino andando in un'aria di vetro. |
Montale 6B 66ss. |
6A 44-49 |
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3. Altre voci poetiche: Saba, Quasimodo, Luzi, Caproni Nell'ultima parte del percorso prenderemo in considerazione, con una rapida rassegna di testi, quattro delle voci più significative del Novecento poetico: Umberto Saba, Salvatore Quasimodo, Mario Luzi e Giorgio Caproni.
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Umberto Saba (6B 14-35) Salvatore Quasimodo (6B 122-137) Mario Luzi (6B 140-152) Giorgio Caproni (6B 154-167) |
Saba (6A 60-61) Quasimodo (6A 49-51) Luzi (6A 52-54) Caproni (6A 62) |
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