Il vaso di Dueno

 

Iscrizione del cosiddetto Vaso di Dueno, risalente al VI secolo e ritrovata a Roma, nella valle tra il Quirinale e il Viminale nel 1880. Nell'espressione Duenos med feced si credette inizialmente di interpretare il nome dell'artigiano creatore del vaso, mentre oggi si preferisce interpretare bonus me fecit, "mi ha fabbricato una persona onesta". L'interpretazione č tuttora controversa, ma probabilmente si tratta di istruzioni per l'uso del contenuto, probabilmente una pozione magica per conquistare l'amore di una ragazza.

Il Vaso di Duenos č un manufatto in bucchero formato da tre recipienti rotondi conglobati: la scrittura corre da destra a sinistra attorno ai tre vasi, in tre righe sovrapposte. L'alfabeto č arcaico (C per G) e, sebbene la grafia sia chiara, la mancanza della divisione fra le parole e l'arcaicitą della lingua rendono controversa l' interpretazione. Probabilmente, si tratta di istruzioni per l'uso del contenuto del vaso, che doveva essere un filtro magico. Il vaso stesso si rivolge a chi lo vorrą comprare, affermando che il suo produttore (quoi med mitat = qui me mittit) giura per gli dči (iouesat deiuos = iurat deos) che, se una ragazza non si dimostrerą gentile con l'acquirente (nei ted endo cosmis virco siet = ni in te comis virgo sit), il filtro servirą per entrare nelle sue grazie (pakari vois = pacari vis). Seguiva poi un'avvertenza a fare un buon uso del contenuto del vaso: il produttore era una persona onesta, ma il filtro era pericoloso, non bisognava usarlo con cattive intenzioni (duenos č variante arcaica dell'aggettivo bonus; anche l'aggettivo manos significa «buono»). Il testo risulta pił elaborato rispetto alle scarne formule di dono che si trovano comunemente sui vasi, e testimonia l'esistenza di una notevole civiltą della scrittura.

 

iovesat deivos, q<u>oi med mitat:
nei ted endo cosmis virco sied,
as(t)ted noisi ope toitesiai pacari vois!
duenos med feced en manom einom duenoi:
ne med malos (s)tatod!
[CIL I 2, 4]

 

Giura per gli dči, colui che mi manda, che se una ragazza non sarą carina con  [te,  . . . vuoi diventarle amico.

Una persona onesta mi ha fabbricato per un buon uso: . . . non usarmi per un [fine cattivo.