PREFAZIONE |
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Io sono il dottore di cui in questa
novella si parla talvolta con parole poco lusinghiere. Chi di
psico-analisi s'intende, sa dove piazzare l'antipatia che il paziente mi
dedica. Di psico-analisi non parlerò perché
qui entro se ne parla già a sufficienza. Debbo scusarmi di aver indotto
il mio paziente a scrivere la sua autobiografia; gli studiosi di
psico-analisi arricceranno il naso a tanta novità. Ma egli era vecchio ed
io sperai che in tale rievocazione il suo passato si rinverdisse, che
l'autobiografia fosse un buon preludio alla psico-analisi. Oggi ancora la
mia idea mi pare buona perché mi ha dato dei risultati insperati, che
sarebbero stati maggiori se il malato sul più bello non si fosse
sottratto alla cura truffandomi del frutto della mia lunga paziente
analisi di queste memorie. Le pubblico per vendetta e spero gli
dispiaccia. Sappia però ch'io sono pronto di dividere con lui i lauti
onorarii che ricaverò da questa pubblicazione a patto egli riprenda la
cura. Sembrava tanto curioso di se stesso! Se sapesse quante sorprese
potrebbero risultargli dal commento delle tante verità : bugie ch'egli ha
qui accumulate!... DOTTOR S. |
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Dalle
poche righe di questa introduzione il lettore apprende due informazioni
che lo mettono in guardia sul credito che dovrà dare ai fatti che saranno
narrati nelle pagine successive:
Si
spezza così quel rapporto di fiducia tra lettore e narratore che era
tipico del romanzo dell'Ottocento: il dottore S. e Zeno, per differenti
motivi, sono narratori inattendibili, e il lettore viene informato fin
dall'inizio che non si troverà di fronte a un repertorio di verità
solide e certe ma a un garbuglio di interpretazioni che dovrà sbrogliare
da sé, attraverso ipotesi e congetture soggettive. |
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