Il
timpano del portale della chiesa (p. 48 sgg.) si ispira a quello di Moissac. Il rilievo a mezzaluna in stile romanico sul portale sud
del monastero risalente a circa il 1115-20 rappresenta una visione
dell'Apocalisse di
Giovanni. Al centro è visibile Cristo in trono, signore
onnipotente, circondato dai simboli dei quattro evangelisti
(l'angelo per Matteo, il leone per Marco, il toro per Luca e
l'aquila per Giovanni) e da ventiquattro vegliardi, che secondo la
tradizione dell’Antico Testamento costituiscono una sorta di Gran
Consiglio divino.
Le
sculture del timpano di Moissac si ispirano alle illustrazioni del
commento all'Apocalisse di
Beato di Liébana ripubblicato da Eco con una sua prefazione nel
1973.
Il
significato simbolico dei segni iconografici è univoco; anche i
demoni sul portale della chiesa (p. 51 sg.) sono tipici della
scultura romanica, sebbene san Bernardo condannasse tali
raffigurazioni:. «A che scopo le scimmie impure, i leoni selvaggi,
i deformi centauri, i semiuomini, le tigri maculate, i soldati in
lotta, i cacciatori coi loro corni?» (Quid ibi immundae simiae? quid feri
leones? quid monstruosi centauri? quid semihomines? quid maculosae
tigrides? quid milites pugnantes? Quid
venatores tubicinantes?: Liber
XII dell'Apologia ad
Guillelmum Sancti Theodorici
abbatem
di san Bernardo.
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Il
timpano del portale dell'antica chiesa (p. 340) ha per modello
quello del portale centrale della basilica Sainte Madeleine di Vézelay
(1130 circa). Cristo è unito agli Apostoli da
raggi di luce, e nei pannelli disposti a semicerchio sono
raffigurati i popoli della terra a cui deve essere recato il
messaggio evangelico. Il rilievo romanico - nel romanzo definito «in
stile antico» - esprime l'idea dell'universalità: il singolo come
simbolo della generalità.
La
sala del capitolo, costruita sul luogo dell'antica chiesa, è gotica
- «in stile moderno» (p. 340).
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