1.
L'intellettuale della civiltà urbana
1.1
L’intellettuale "laico"
Con
i primi due brani delineiamo una delle figure
tipiche della nuova cultura legata al sorgere della civiltà urbana:
l'intellettuale che insegna nelle scuole laiche e nelle università.
L'autobiografia di Abelardo ne dà un'immagine fortemente
agonistica, mentre il testo del Novellino presenta in chiave
comica la vita universitaria.
1.2
L'intellettuale
"comunale"
Presentando
Dante come intellettuale, si noterà che si tratta di una figura di
eccezione, che non può essere assunta come tipica; è comunque
legato alla civiltà comunale il suo forte senso di una funzione
civile e morale del dotto, che ben di rado si ritroverà nei
letterati delle generazioni seguenti. I due brani mostrano le due
dimensioni dell'impegno civile del poeta: la lettera ad amico
fiorentino lo rivela legato alle forti passioni del comune, mentre
il passo del Paradiso in cui si fa assegnare una missione si
pone in una dimensione universale.
2.
Petrarca: l'intellettuale letterato
2.1
L'intellettuale e il mondo
Con
Petrarca nasce l'idea del letterato assorto nei suoi studi,
disdegnoso del mondo presente, distaccato dagli impegni civili (che
pure esercita). Un sonetto del Canzoniere delinea l'aspetto
più idillico di questa contrapposizione tra l'intellettuale e il
mondo, mentre gli altri due brani (un passo di una lettera e di
un'epistola in versi) ne mostrano il risvolto più drammatico
2.2
Lo studio per la crescita interiore
Col
discorso petrarchesco sull'eloquenza si entra nei contenuti della
nuova cultura; c'è una concezione degli studi tutta in funzione
della crescita morale, interiore, che è già umanistica. L'altro
brano mostra la coscienza che il poeta ebbe di aver aperto un'età
nuova nella storia della cultura e apre il passaggio al periodo
successivo, all'insegna della continuità.
3.
L'intellettuale umanista
3.1
L'intellettuale "integrale"
L'elogio
di Petrarca da parte di Leonardo Bruni mostra la continuità tra il
poeta e una generazione successiva di intellettuali; anche l'elogio
degli studia humanitatis è uno sviluppo di motivi
petrarcheschi. In questo contesto sorge un ideale di sviluppo
integrale della persona, in campo contemplativo e attivo, che è
delineato in modo esemplare in un ritratto anonimo di Leon Battista
Alberti.
3.2
L'intellettuale "disimpegnato"
La
ricchezza umana di questo ideale appare piuttosto impoverita in gran
parte dei letterati cortigiani del Cinquecento. Due testi di Pietro
Bembo (un brano delle Prose
della volgar lingua e un sonetto)
presentano una figura di letterato disimpegnato, pensoso più
dell'eternità che del presente, che riprende motivi petrarcheschi
ma ne depotenzia la carica etica.
4.
Dante politico In
questa sezione si analizzerà la riflessione politica di Dante: si
partirà dai rapporti tra papato e impero, come emerge dal De
Monarchia, per arrivare ai tre canti propriamente politici della
Comedia, che hanno per oggetto Firenze (Inferno VI),
l'Italia (Purgatorio VI), l'Impero (Paradiso VI).
5.
Machiavelli tra prassi e utopia
Iniziatore
della teoria politica moderna, Machiavelli, a differenza di Dante,
sottolinea l'autonomia della politica dalla morale e dalla
religione, aprendo la strada al pragmatismo politico, contrassegnato
però anche da venature utopiche. Leggeremo alcuni brani
esemplari tratti da Il principe. [II.205ss.]
6.
Utopia e utopisti
[II.277-288]
6.1
Utopia come rovesciamento carnevalesco ed
evasione fantastica
Anton
Francesco Doni, Un’utopia sobria e urbana; Torquato Tasso, L’isola utopica 6.2
Dimensioni politiche dell'utopia Tommaso
Moro, Il sogno politico e la
critica al potere; Tommaso Campanella, Fra
utopia politica e esoterismo religioso
7.
La guerra e il sangue agli albori dell'Europa moderna
[II.315-324]
7.1
La condanna della “nuova” guerra Ludovico
Ariosto, L’archibugio, arma
disonorevole; Erasmo da Rotterdam, Chi
ama la guerra non l’ha vista in faccia 7.2
La
violenza delle guerre di religione Michel
de Montaigne, Un confronto con
i selvaggi del Nuovo Mondo; Théodore-Agrippa d’Aubigné, La strage degli ugonotti |