promessi sposi: analisi semiologica e narratologica

 

In questa pagine trovate un'analisi delle strutture profonde del romanzo: Voce narrante e punto di vista; la costruzione del romanzo; l'intreccio; tempo; spazio; modello attanziale e sistema dei personaggi.

(in mancanza di un testo cartaceo, puoi consultare e/o scaricare il testo dei Promessi Sposi nel sito LiberLiber)

 

1. Voce narrante e punto di vista

Rifacendoci allo schema del circuito comunicativo, possiamo individuare le seguenti funzioni:

autore reale Alessandro Manzoni, nato a Milano nel 1785... (e per estensione l'idea che noi ci facciamo consultando fonti storico-documentarie estranee al testo).
autore implicito Immagine ideale di Manzoni (pacato, equilibrato). All'autore implicito,  nel giudizio del lettore, spetta la responsabilità dell'invenzione dei tre narratori
narratore/i

a) Renzo narra la storia all'Anonimo seicentesco

b) l'Anonimo narra la storia per scritto al pubblico del Seicento (cfr. Introduzione)

c) il Manzoni rifà la dicitura per il pubblico dell'Ottocento [Nell'atto però di chiudere lo scartafaccio, per riporlo, mi sapeva male che una storia così bella dovesse rimanersi tuttavia sconosciuta; perché, in quanto storia, può essere che al lettore ne paia altrimenti, ma a me era parsa bella, come dico; molto bella]

narratario I 25 lettori ironicamente chiamati in causa [Pensino ora i miei venticinque lettori che impressione dovesse fare sull'animo del poveretto, quello che s'è raccontato]
lettore implicito Il pubblico assai più vasto ("popolo", borghesia o terzo stato) definito dalle scelte contenutistiche (due popolani protagonisti di una storia  tragica) e formali (il linguaggio popolare, antiaccademico).
lettore reale Tutti i lettori effettivi di tutti i tempi

La voce del narratore seicentesco raramente viene riportata senza la mediazione del narratore-Manzoni (cfr. Introduzione); in altri casi la sua voce viene filtrata dal Manzoni (cfr. il finale del romanzo: Questa conclusione, benché trovata da povera gente, ci è parsa così giusta, che abbiam pensato di metterla qui, come il sugo di tutta la storia. La quale, se non v'è dispiaciuta affatto, vogliatene bene a chi l'ha scritta [narratore seicentesco], e anche un pochino a chi l'ha raccomodata [narratore-Manzoni]. Ma se in vece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s'è fatto apposta.); del narratore-Renzo non rimane praticamente traccia.

Il narratore dei Promessi Sposi è esterno e onnisciente, con focalizzazione zero, ma anche focalizzazione interna. Gli interventi del narratore hanno un taglio ironico-antifrastico che dà la misura dello straniamento rispetto alla storia del Seicento. Anche l'invenzione dell'Anonimo ha un effetto straniante. Gli appelli al lettore, oltre ad avere una funzione fàtica, servono ad acuire la tensione narrativa.

l'antifrasi è una figura retorica con cui si vuole affermare il contrario di ciò che effettivamente si dice.

lo straniamento è una procedura stilistica mediante la quale si offre una nuova percezione della realtà, di solito presentando come normale ciò che è anormale e viceversa.

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2. La costruzione del romanzo

Il romanzo, formato da  38 capitoli, può essere suddiviso in 6 macrosequenze:

1     I-VIII                      Le vicende borghigiane                                         

2     IX-X                       Lucia nel convento di Gertrude                               

3     XI-XVII                  Renzo a Milano                                  

4     XIX-XXIV              Lucia e l'Innominato                                        

5     XXVII-XXXV        Carestia, guerra e peste: Renzo a Milano  

6    XXXVI-XXXVIII    Il ricongiungimento e il lieto fine                           

Le connessioni sono variamente graduate:

  • tra 1 e 2 c’è una semplice progressione nella storia (L'urtar che fece la barca contro la proda...);.

  • tra 2 e 3 interviene in funzione di "regia" (metanarrazione) la voce del narratore (Come un branco di segugi, dopo aver inseguita invano una lepre, tornano mortificati verso il padrone, co' musi bassi, e con le code ciondoloni, così, in quella scompigliata notte, tornavano i bravi al palazzotto di don Rodrigo);

  • tra 3 e 4 ci sono due capp. (XVIII-XIX) di connessione in cui opera in absentia Renzo;

  • tra 4 e 5 ci sono due capitoli-cuscinetto (XXV-XXVI) di varia articolazione tematica (Lucia-Prassede-Ferrante; Federigo-don Abbondio; vicende di Remzo);

  • tra 5 e 6 c'è una semplice continuità di azione.

Pur nella varietà del movimento narrativo, è possibile individuare un modello profondo:

  • rapporto di similarità tra 1 e 6: unione dei protagonisti/separazione dei protagonisti vs ricongiungimento/matrimonio; squilibrio vs ordine;

  • asse di Lucia in 2 e 4;

  • rapporto di Renzo con la folla in 3 e 5.

Le tre cerniere del romanzo sono: Gertrude, l'Innominato, la peste:

  • Gertrude: da aiutante a oppositore;

  • Innominato: da oppositore a aiutante;

  • peste: aiutante aggiunto, o naturale, di Renzo.

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3. La struttura dell'intreccio

La prima parte (I-VIII), incorniciata dalle due sequenze descrittive all'inizio e alla fine, è la più avventurosa: al triplice tentativo di miglioramento di Renzo e Lucia si intreccia quello di don Rodrigo.

La seconda parte (IX-XXVI) comprende tre nuclei narrativi: la biografia di Gertrude (IX-X), le avventure di Renzo a Milano (XI-XVII), il rapimento di Lucia (XIX-XXVI).

Nella terza parte (XXVII-XXXVIII) la vicenda privata si innesta sulle sventure pubbliche (carestia, peste, guerra) sino allo scioglimento finale.

Il romanzo presenta una tipica struttura ciclica: catabasi---> Spannung---> anabasi.

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4. La struttura temporale

Il tempo dell’avventura comprende circa due anni: 1628-1630.

  • Nella prima parte l'azione si svolge tra la sera del 7 e la notte del 10 novembre 1628:

            cap. I:                                     sera del 7 novembre

            capp. II-III:                             8 novembre

            capp. IV - metà del VII:          9 novembre

            capp. metà del VII - VIII:       10 novembre (soprattutto la notte)

  • Nella seconda parte il termine conclusivo è l'autunno 1629:

            capp. dal XI a parte del XV:                       11 novembre

            capp. da parte del XV a parte del XVII:     12 novembre

            cap. parte del XVII:                                   13 novembre

            capp. XVIII-XIX:                                       il ritmo accelera (4 settimane)

            capp. XX-XXIV:                                        avventura di Lucia (poco più di due giorni)

            cap. XXVI:                                                 Lucia da Prassede (dicembre 1628)

            cap. XXVII:                                               autunno 1629

 

  • Nella terza parte i ritmi sono più vari.

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5. La rappresentazione dello spazio

Si veda il celebre Addio, monti (fine cap. VIII): qui lo spazio ha una chiara valenza simbolica, perché l'uscita forzosa dal paesello è una vera e propria "cacciata dall'Eden":

spazio interno positivo (monastero) vs spazio esterno negativo (vie di Milano)

 

Poco prima c'è l'opposizione palazzotto vs casette che implica l'antitesi violenza vs pace, ingiustizia vs giustizia, paura vs sicurezza. L'asse sémico è alto vs basso (la violenza scende dall'alto). Padre Cristoforo va verso il palazzotto (alto), ma senza ottenere risultati; alla fine, dopo la morte di Rodrigo, Renzo e Lucia vanno al palazzo per consumare il pranzo offerto dal nuovo signore.

 

Un altro esempio di descrizione del paesaggio con funzione conoscitiva lo si può vedere nel confronto tra la descrizione del palazzotto di Rodrigo (cap. V), vero specchio della sua mediocre personalità, e quella del castello dell'Innominato (cap. XX).

 

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6. Modello attanziale e sistema dei personaggi

 

Nell'analisi del racconto teorizzata da A. J. Greimas (Semantica strutturale, Milano 1969), i diversi ruoli ricoperti dai personaggi possono essere ridotti a 6 categorie semantiche chiamate attanti:

 

 

l'aiutante soccorre il soggetto nelle prove per conquistare l'oggetto desiderato; in questo è ostacolato dall'oppositore; il destinatore pone l'oggetto come termine di desiderio e di comunicazione; il destinatario è colui che ne beneficia.

Il racconto si sviluppa si tre assi fondamentali:

  1. l'asse Destinatore-Destinatario o asse della comunicazione

  2. l'asse Eroe-Oggetto o asse del desiderio

  3. l'asse Aiutante-Oppositore o asse della partecipazione.

 

Riducendo il contenuto narrativo dei Promessi Sposi abbiamo il seguente modello semantico di base:

 

 

Lo schema si sdoppia nelle due parti del romanzo:

 

 

Come si vede:

  • l'asse del desiderio resta immutato (Renzo-Lucia);

  • l'asse Aiutante-Oppositore si modifica (alla coppia P. Cristoforo - don Rodrigo si sostituisce la coppia cardinal Federigo - Innominato);

  • l'asse Destinatore-destinatario viene eliminato perché il Destinatore (Dio) ha una funzione latente;

Riprendendo il modello attanziale, abbiamo questo tipo di rapporto tra i personaggi principali e relative funzioni semantiche:

 

F1: asse del desiderio: Renzo - Lucia

F2: asse dell'antagonismo: Renzo - don Rodrigo / Renzo - Innominato

F3: asse della persecuzione: Lucia - don Rodrigo / Lucia - Innominato

F4: asse della partecipazione: fra Cristoforo - don Rodrigo / cardinal Federigo - Innominato

F5: asse della sostituzione: Renzo - fra Cristoforo / Renzo - cardinal Federigo

F6: asse della assimilazione: Lucia - fra Cristoforo / Lucia - cardinal Federigo

 

F1

Lucia è un oggetto da ottenere in ossequio alla legge divina, il cui rappresentante non è don Abbondio, ma fra Cristoforo, l'Aiutante per eccellenza. Lucia è anche oggetto del discorso di Dio (il Destinatore assente) agli uomini. La meccanica del rapporto fa sì che Lucia si allontani sempre più da Renzo, fino alla Spannung. Il percorso di Renzo su F1 non è rettileneo, ma tocca i vertici di un doppio triangolo, che ha come base la relazione tra fra Cristoforo e don Rodrigo. Ciò significa che l'eroe rinuncia a percorrere la strada dell'antagonismo diretto (F2) affidandosi al rapporto sostitutivo di F5: Cristoforo è l'unico rappresentante della giustizia divina; più che un Aiutante egli è il Mediatore che sostituisce il protagonista grazie all'asse della partecipazione (F4). La conquista dell'Oggetto da parte del Soggetto presuppone la risoluzione del contrasto tra Aiutante e Oppositore: si spiega così la centralità della scena del perdono, che scioglie l'opposizione tra Eroe e Oppositore ormai incapace di portare a compimento il progetto della persecuzione. 

 

F3

I rapporti tra Oggetto e Oppositore sono segnati dalla negatività (il sesso come violenza). L’offerta della verginità alla Madonna (XXI) indica il rifiuto del sesso come violenza e al tempo stesso è un dono sacrificale dell’evidente significato cristologico. Ma Lucia, per il fatto che è tramite del Destinatore latente, è parola di Dio che scava, converte, dispone alla misericordia.

F4

La conversione dell'Innominato determina la svolta positiva. La soluzione consiste nel cambiamento di campo dell'attante negativo: Aiutante negativo vs Aiutante positivo (si compensa il cambiamento di campo di Gertrude). Don Rodrigo e fra Cristoforo sull'asse F4 sono uniti e divisi dall'oggetto di desiderio (Lucia), per il primo oggetto di eros, per il secondo oggetto di charitas. Cristoforo, con il suo doppio strutturale (il cardinale) impedisce che l'Oggetto messo in gioco da Dio diventi possesso blasfemo dell'antagonista e conclude la sua parte consegnando la donna all'eroe.

Tre sono i “tradimenti” che mettono in moto la storia:

  • don  Abbondio, aiutante iniziale, tradisce Renzo e si fa connivente del contro-progetto di don Rodrigo: ciò determina la fuga e la separazione dei protagonisti;

  • Gertrude, aiutante di Lucia, la tradisce per debolezza: Lucia cade in mano all’Innominato, alter ego dell’Oppositore;

  • l’Innominato, con la mediazione di Lucia, da Oppositore diventa Aiutante: consegna la vittima a Federigo (un sostituto di fra Cristoforo) e sancisce il definitivo fallimento del contro-progetto dell’Oppositore.

F6

Per Lucia fra Cristoforo è il sacerdote per eccellenza: lei è la figlia spirituale del frate. Solo a lui (e non alla madre o a Renzo) Lucia comunica, nel segreto della confessione, le attenzioni particolari di don Rodrigo. Allo scioglimento della vicenda, il frate si assimila a Lucia che diventa il segno dell'eternità della Grazia sulla precarietà del tempo. La parte maschile e attiva di fra Cristoforo rappresenta Renzo nella lotta per la giustizia (risolta da un evento che sfugge alla logica umana, la morte); la parte femminile e passiva, invece, rappresenta Lucia, cioè il primato della Grazia. Il frate rappresenta, dunque, l'Aiutante provvidenziale che deve compiere la sua ultima missione di Mediatore per assimilarsi alla fine ai suoi figli. Egli deve sanare le piaghe subite dai personaggi: don Rodrigo che viene sconfitto e il voto di verginità di Lucia.

 

Il sistema dei personaggi risulta così strutturato:

 

VITTIME PROTETTORI STRUMENTI OPPRESSORI
Renzo fra Cristoforo don Abbondio don Rodrigo
Lucia cardinal Federigo Gertrude Innominato

I primi quattro personaggi (Renzo, fra Cristoforo, don Abbondio, don Rodrigo) agiscono soprattutto nella prima metà del romanzo, gli altri nella seconda. Renzo e Lucia sono le Vittime del progetto persecutorio di un Oppressore, che, per attuarlo, si serve della complicità di uno Strumento dell’oppressione come don Abbondio, vanificando l’intervento del Protettore fra Cristoforo.

Si noti che i Protettori sono i rappresentati “positivi” della Chiesa, mentre gli Strumenti (o falsi aiutanti) sono rappresentanti “negativi”. I Protettori e gli Strumenti sono quattro persone di Chiesa, mentre Vittime e Oppressori sono quattro laici. Dal punto di vista sociale, due dei quattro Aiutanti (Gertrude e Federigo) sono aristocratici, mentre gli altri due sono di origine popolare (don Abbondio) o borghese (fra Cristoforo); i due Oppressori sono aristocratici; le due Vittime sono popolani.

In ogni quartetto c’è una donna attorno alla quale ruota un’importante problematica del racconto: il tema della grazia per Lucia, il tema del peccato per Gertrude (contrasto tra “donna bionda” e “donna bruna”, tra una sessualità ordinata e una sessualità disordinata).

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Note tratte da:

A. MARCHESE, Come sono fatti i Promessi Sposi, Mondadori, Milano 1987

A. MARCHESE, L’enigma Manzoni. La spiritualità e l’arte di uno scrittore “negativo”, Bulzoni, Roma 1994

G. MANETTI (a cura), Leggere i Promessi Sposi: letture semiotiche, Bompiani, Milano 1989

G. GROSSER, Narrativa, Principato, Milano 1985

F. FIDO, in La metamorfosi del centauro, Roma 1977, pgg. 255ss.

 

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