Il romanzo storico

Nella riscoperta dei generi che caratterizza gli ultimi decenni del Nove­cento uno spazio particolare è occupato dal romanzo storico.

La tradizione del romanzo storico è presente, per la verità, in tutto il secolo, anche se concentrata soprattutto in Sicilia, terra che - per più ragioni - ha dei conti in sospeso con la Storia e le sue promesse. De Roberto, Pirandello, Tomasi di Lampedusa, Sciascia, Consolo: tutti auto­ri che procedono ad una ricognizione critica della storia italiana e che, pur respingendo ogni idea storicistica di progresso, conservano il senso dello spessore storico del presente e dei profondi rapporti tra ieri e oggi.

Ma nella letteratura di fine secolo la diffusione di romanzi storici può apparire un paradosso, se si tiene conto della perdita di prospettiva sto­rica, della scomparsa di un rapporto critico col passato nella cultura post­moderna. Tuttavia, se guardiamo meglio, ci accorgiamo che si tratta d'un paradosso solo apparente, perché per molti di questi romanzi la Storia non è altro che un presente travestito, proiettato su un fondale più bril­lante, curioso ed esotico. Anche nei migliori dei romanzi storici postmo­derni - quelli di un Malerba o di un Vassalli, che si distinguono per ten­sione conoscitiva - il passato si avviluppa nella stessa inestricabilità del presente (Le maschere di Malerba), mentre la ricerca di senso nei destini umani si rivela ugualmente vana, per quanto distante sia la prospettiva da cui vengono osservati (La chimera di Vassalli).

Un contributo decisivo all'affermazione del genere è stato certamente dato da Il nome della rosa (1980) di Umberto Eco, grande affresco medie­vale di vastissimo successo; non bisogna però dimenticare che il successo del romanzo storico non è un fatto solo italiano, ma riguarda tutta la nar­rativa postmoderna: basti ricordare gli americani Don DeLillo (1936) e Thomas Pynchon (1937). Nel panorama italiano tra gli anni Ottanta e i Novanta va segnalato almeno Le strade di polvere (1987) di Rosetta Loy (1931), storia di una famiglia di contadini piemontesi tra la fine del Settecento e il 1879, raccontata con freschezza e vicinanza sentimentale. Altro romanzo molto significativo è Q, opera collettiva di Luther Blisset, un potente affresco sugli anni della Riforma protestante.