Galileo Galilei (1564-1642)

Il testo che segue è tratto dal Saggiatore, un'opera del 1623 scritta in italiano e interamente in forma di lettera, in polemica col gesuita Oratio Grassi Salonensi, che quattro anni prima, con lo pseudonimo di Lotario Sarsi Sigensano, aveva pubblicalo uno studio sulle comete, intitolato Libra astronomica ac philosophica («Bilancia astronomica e filosofica»). Di qui il titolo della risposta di Galileo: il «saggiatore» era infatti una bilancina utilizzata per pesare i metalli preziosi, molto più precisa di una comune «libra». Galileo propone una sua teoria sulla natura delle comete (teoria che si rivelerà poi errata). Ma l'importanza del Saggiatore sta soprattutto nel fatto che in esso e descritto e appas­sionatamente difeso un nuovo modo di accostarsi alla conoscenza della natura.

[1] Parmi: mi pare.
[2] non si maritasse: non fosse in pieno accordo.
[3] stima: ritiene

4] filosofia: oggi diremmo "scienza".

[5] umanamente: con le capacità umane.

Parmi[1], oltre a ciò, di scorgere nel Sarsi ferma credenza, che nel filosofare sia necessario appoggiarsi all'opinioni di qualche celebre autore, sì che 1a mente nostra, quando non si maritasse[2] col discorso d'un altro, ne dovesse in tutto ri­manere sterile ed infeconda, e forse stima[3] che la filosofia[4] sia un libro e una fantasia d'un uomo, come l'Iliade e l'Orlando furioso, libri ne' quali la meno im­portante cosa è che quello che vi è scritto sia vero. Signor Sarsi, la cosa non istà così. La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi (io dico l'universo), ma non si può intendere se prima non s'impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, ne' quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezi è impossibile a intenderne umanamente[5] paro­la; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto.

.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

DIALOGO CON IL TESTO

Il brano si apre con uno sferzante attacco al principio d'autorità, secondo il quale un'ipotesi, per essere confermata, doveva essere in accordo con i grandi pensatori del passato. Galileo afferma invece che la validità di un'idea non può essere condi­zionata dall'esistenza o meno di autorevoli precursori che la confermino.

In forte contrasto con il gergo elitario e pomposo degli scienziati del tempo, Galileo vuole adottare uno stile conciso e asciutto. Questo però non comporta una ri­nuncia alla persuasività e alla brillantezza dell'argomentazione: potete notare come l'autore ricorra a un frequente e efficace utilizzo di immagini e figure retoriche.