Letteratura e psicanalisi

i numeri tra parentesi indicano le pag. del libro di testo: G. Barberi Squarotti Anselmi et alii, Letteratura. Dal decandetismo al Novecento, voll. 5-6, A-B, ATLAS, Bergamo 2006

 

1. Freud e la psicanalisi

Terzo fra i "maestri del sospetto" (gli altri due sono Marx e Nietzsche), Freud ha insegnato a comprendere come i comportamenti, i desideri, l'io razionale siano condizionati dalla grande massa di ciò che è inconscio e rimosso. La teoria psicanalitica (se ne vedano i tratti principali), lungi dall'essere soltanto una tecnica psichica, si pone come interpretazione della realtà umana nel suo insieme e finisce, già con Freud, per investire le varie espressioni artistiche, tra cui anche la letteratura


2. Freud prima di Freud: Giovanni Pascoli

Pur estraneo alla psicanalisi (e non solo per ragioni anagrafiche), Pascoli si presenta tuttavia come una sorta di manuale clinico che sarebbe piaciuto a Freud (5A, 63-77). Già la sua concezione poetica (fanciullino: 5B/25-29) presenta interessanti analogie con la concezione freudiana dell’attività artistica (vedi sopra). Ma soprattutto in Pascoli è possibile rintracciare una folta schiera di simboli naturalistico-paesaggistici che svelano le angosce e le nevrosi di chi non ha saputo (o potuto) uscire dall’infanzia e, quindi, sviluppare un’autonomia psichica (si vedano in questo senso le considerazioni di E. Gioanola). Poesie come X Agosto, Il gelsomino notturno (testo 5B,74 e il commento di A. Marchese) e Digitale purpurea  sono da questo punto di vista esemplari.


3. Freud con Freud: Svevo e Saba

a) Italo Svevo (1861-1928)

Si tratta dello scrittore (5A,175-191) che più di ogni altro ha attinto alla psicanalisi per costruire le sue storie e definire i suoi personaggi, e ciò anche per via del contesto culturale in cui è avvenuta la sua formazione (la cosiddetta "triestinità"). Interessato all’indagine psicologica fin dai primi due romanzi, Una vita e Senilità, è però con La coscienza di Zeno (5B, 311-320) che Svevo fa pienamente suo il metodo psicanalitico, non tanto sul piano clinico, quanto su quello antropologico (vedi qui le testimonianze).

b) Umberto Saba (1883-1957)

Saba (6B,14-19), anch’egli triestino, condivide con Svevo la passione per l’indagine dell’anima, senza però possedere le sue doti di ironia e di distacco. Tutta la sua poesia è uno scavo tagliente nella propria anima, in cui viene messo a nudo un fondo di nevrosi che tormenta la sua vita: la depressione ricorrente, una morbosa gelosia, il senso di una condanna atavica (l’ebraicità), un sentimento esasperato di solitudine, un’ansia perenne e una forte narcisismo. Per Saba, la psicanalisi diventa l'osservatorio per ricapitolare la storia e riorganizzarla chiarendone il senso latente (clicca qui per i testi).


4. Freud dopo Freud: Gadda e Moravia

a) Carlo Emilio Gadda (1893-1973)

Anche nella scrittura di Gadda (6A,110-114) è facile riconoscere un fondo nevrotico (vedi alcuni testi autobiografici). Tutti i suoi libri attingono direttamente alla sua vita e alle sue difficoltà, che egli comincia a interpretare fin dagli anni Trenta attraverso schemi di lettura freudiani. Seguendo Freud, Gadda coglie nella propria infanzia un cruciale nucleo traumatico (vedi La cognizione del dolore). Non meno psicanalitica è la sua comprensione del carattere nevrotico di tutta la vita associata: le relazioni sociali gli si presentano come un confuso campo di impulsi erotici contraddittori e anteriori ad ogni razionalità (Quer pasticciaccio brutto de via Merulana); da questa visuale, egli analizza anche la società fascista (vedi Eros e Priapo).

b) Alberto Moravia (1907-1990)

Come ha riconosciuto più volte lo stesso autore, l’influenza della psicanalisi nell’opera di Moravia (6B,2166-268)  è decisiva, in particolare il ruolo svolto dalla sessualità, cui sono riconducibili le fondamentali scelte compiute sia dai singoli sia dai gruppi sociali. In particolare, Moravia deriva da Freud la chiave edipica di lettura dello sviluppo della personalità e, in particolare, della sessualità adulta. Presente in molti romanzi, la si vede soprattutto in Agostino, dove si narra la crisi di identità e l’iniziazione erotica di un adolescente che sta uscendo dalla fase di “latenza sessuale”.